#LodiZonaGialloRossa è il titolo della campagna di sensibilizzazione lanciata da Sistema Impresa Asvicom Lodi. Codeluppi: «Aiuti anche per la zona gialla, aprire linee di credito alle aziende in difficoltà». L’intervista
#LodiZonaGialloRossa, è il titolo della campagna di sensibilizzazione che le associazioni delle imprese del territorio in cui si è manifestato il primo focolaio di Cornavirus hanno lanciato per spiegare gli effetti della paralisi economica. Tra i promotori Vittorio Codeluppi, presidente di Asvicom Lodi, articolazione territoriale di Sistema Impresa, che spiega come «l’economia del territorio lodigiano stia ormai crollando». Ma sentiamo che cosa ci ha detto nell’intervista.
Presidente, la situazione sta precipitando.
«E’ proprio così e la campagna che abbiamo ideato insieme a tutte le altre associazioni di categoria del territorio vuole denunciare le pesanti ripercussioni che siamo costretti a subire. Siamo colpiti dagli stessi danni e dagli stessi svantaggi della zona rossa con la differenza di non ricevere aiuti da parte dello Stato. La vicinanza geografica della città di Lodi e del territorio provinciale rispetto ai comuni che rientrano all’interno della zona di sicurezza è tale che non è possibile stabilire una reale differenza in termini di perdita di ordinativi e di fatturato. I ristoratori della città di Lodi, per fare un esempio, hanno visto il 95% delle prenotazioni tradursi sistematicamente in disdette e cancellazioni. Non solo. Le imprese che sono solite fornire servizi al di fuori dei confini provinciali non vengono più ingaggiate. E la motivazione è sempre la stessa: si teme il diffondersi del contagio da Covid 19».
Il tessuto economico locale è messo a dura prova.
«Francamente non so quanto sarà possibile resistere. La gran parte delle imprese lodigiane sono nano aziende che vivono grazie a quello che incassano. Se si fermano per due settimane risulta impossibile per gli imprenditori pagare alla fine del mese l’affitto, i fornitori, le rate del mutuo. Il tema del credito sta diventando cruciale. Chiediamo al governo nazionale che intervenga con misure specifiche di sostegno utilizzando i canali che ritiene più opportuni. Si potrebbe ipotizzare un coinvolgimento della Cassa Depostiti e Prestiti. A noi non interessa. L’importante è che le cose si facciano. Ma subito. Chiediamo anche alle banche del territorio di concedere ampliamenti alle linee di credito per garantire la sopravvivenza delle aziende. Una cifra come 10mila euro, in una situazione così difficile, può fare la differenza tra la chiusura e la prosecuzione dell’attività».
Il fattore tempo è importantissimo.
«È necessario rispondere nel modo più puntuale ed efficace all’emergenza sanitaria ma la situazione rischia di diventare insostenibile se dovesse prolungarsi ulteriormente. Si tratta di un problema che nei comuni della cosiddetta zona rossa ha già assunto dimensioni evidentissime ma che, con diverse gradazioni, investe tutto il Lodigiano. Questo, nel suo complesso, è un sistema economico omogeneo e interconnesso. Le prime misure adottate dal governo, con la sospensione delle scadenze fiscali e tributarie per i soggetti insediati nella zona rossa, rappresentano solo un piccolo benché indispensabile passo. Ma ora devono essere stanziate nuove e devono essere concentrate nell’area oggettivamente di maggior sofferenza».
Quali sono le vostre aspettative?
«L’area più critica, insieme a quella della zona rossa, non può che essere il resto della provincia di Lodi. Chiediamo alle istituzioni e agli istituti di credito un confronto per mettere a punto ipotesi di intervento partendo dalla sospensione della riscossione di rate di mutui, tranche di restituzione di finanziamenti, rientri da affidamenti sino a eventuali forme straordinarie di erogazione di liquidità per compensare le riduzioni di fatturato e ricavi. Dobbiamo evitare che le conseguenze della crisi si traducano in perdita di posti di lavoro e riduzione della spesa delle famiglie. Dobbiamo mobilitarci, tutti insieme, e immediatamente».
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