Associazione Sviluppo
Commercio, Turismo e Servizi
della Provincia di Cremona

13/11/2017 | news

DATI CONGIUNTURALI 3 TRIMESTRE – CCIAA- COMMERCIO. TAZZA: «DATI POCO CONVINCENTI. LA NOSTRA RESTA UNA CATEGORIA A RISCHIO»

Crema – I dati congiunturali sul comparto commercio in provincia di Cremona del terzo trimestre 2017 non denotano chiari segnali positivi auspicati, più evidenti in altre categorie  come ad esempio industria e artigianato che, al contrario, migliorano fatturato e gli ordinativi sia interni che esteri (industria) e produzione (artigiani).

Per quanto il commercio «il numero di aziende attive tra il secondo trimestre e il terzo trimestre del 2017 è cresciuto di pochissime unità – nel caso della sezione commercio e servizi alle imprese, diminuito di qualche unità, nel caso della sezione alloggi e ristorazione» spiega Tazza.

«Nel terzo trimestre 2017 sostanzialmente per il commercio e i servizi risultano in calo le attività cessate ma anche le attività iscritte, che significa che ad ogni chiusura non corrisponde una riapertura. Il fenomeno è piuttosto evidente nelle aziende appartenenti alla sezione alloggi, ristorazione e pubblici esercizi.  Facendo un giro nei centri non è difficile scorgere molte saracinesche abbassate o il continuo turn over di attività che resistono sul mercato non più di qualche mese».

E aggiunge il presidente di sistema Impresa – Asvicom Cremona : «Per quanto riguarda il credito, la tabella delle statistiche creditizie, purtroppo notiamo ancora un aumento del numero di situazioni in sofferenza nel terzo trimestre, fenomeno che non lascia molto spazio a previsioni positive».

«Il dato più allarmante è riferibile, però, al lavoro nel settore del commercio. Nel secondo trimestre 2017, rispetto all’ultimo trimestre del 2016, è diminuito il numero di avviamenti al lavoro e aumentato il numero di cessazioni soprattutto da parte delle donne. I contratti a tempo indeterminato sono diminuiti così come quelli di apprendistato, il contratto che tipicamente fa pensare ai giovani e al futuro ricambio generazionale. Se guardiamo poi gli avviamenti e le cessazioni per settore di attività risulta che la categoria commercio e servizi vi è un netto aumento delle cessazioni».

«I dati» continua Tazza «purtroppo non fanno che confermare l’insistente sofferenza per il settore commercio. Molti i fattori da tenere in considerazione: i dati di miglioramento su industria e artigianato , se confermati sul lungo periodo, possono poi ricadere anche sul commercio. Il potere d’acquisto delle famiglie deve poter migliorare per vedere risultati positivi anche nel nostro settore. Tuttavia, soprattutto per quanto riguarda il commercio al dettaglio, la tendenza va a sfavore dei negozi di vicinato e a favore della grande distribuzione. Questo è un dato oggettivo di cui dobbiamo tenere conto e a cui urge contrapporre una strategia di rilancio dei centri e dei negozi di vicinato. Attendiamo i dati dell’ultimo trimestre per poter chiudere il 2017 che, posso ipotizzare non sarà con il segno + per la categoria che rappresentiamo»