Associazione Sviluppo
Commercio, Turismo e Servizi
della Provincia di Cremona

12/10/2015 | news

Asvicom firma il documento congiunto contro l’accorpamento delle prefetture

 
Tutte le associazioni di categoria, fra cui Asvicom Cremona, unite contro il taglio della Prefettura e della Questura di cremona, in attuazione della Riforma Madia.

DOCUMENTO  CONGIUNTO DELLE CATEGORIE ECONOMICHE CREMONESI
IN MERITO ALL’IPOTESI DI ACCORPAMENTO DELLE PREFETTURE  
 
Sottoscritto da:

Ance Cremona – Presidente Carlo Beltrami
Ascom Crema – Presidente Antonio Zaninelli
Associazione Industriali Cremona – Presidente Umberto Cabini
Asvicom Cremona – Presidente Berlino Tazza
CNA Cremona – Presidente Giovanni Bozzini
Coldiretti Cremona – Presidente Paolo Voltini
Confartigianato Crema – Presidente Pierpaolo Soffientini
Confartigianato Cremona – Presidente Massimo Rivoltini
Confcommercio Cremona – Presidente Fausto Casarin
Confesercenti Cremona – Presidente Giuseppe Bini
Libera Associazione Artigiani Crema – Presidente Marco Bressanelli
Libera Associazione Agricoltori Cremonesi – Commissario Antonio Boselli

 
Ancora una volta la “spending review” colpisce i presidi territoriali, tagliando risorse necessarie a mantenere, integrare ed eventualmente potenziare servizi indispensabili, anziché  sulla macchina burocratica centrale.
Il riferimento è all’abolizione di Questure e Prefetture – la scorsa settimana il Governo ha annunciato il taglio di ventitré Prefetture, tra cui quella della provincia di Cremona, in attuazione della c.d. “Riforma Madia” – che va a toccare un aspetto, quello della sicurezza, che oggi soprattutto proprio sui territori delle nostre città e dei nostri paesi, è indicato dai cittadini tutti come uno dei grandi problemi che ci affliggono e ci preoccupano, oltre naturalmente alla perdurante crisi economica e relativa grave carenza di lavoro.
Se da un lato, si può concordare, in via di principio, su interventi di razionalizzazione tesi a ricondurre nell’alveo di una più corretta operatività l’Amministrazione Civile dell’Interno, dall’altro bisogna però fare in modo che questo avvenga senza colpire i servizi essenziali e quelle funzioni irrinunciabili per i cittadini e per la loro sicurezza.
Alla luce delle sopravvenute esigenze sociali, anche in riferimento all’emergenza immigrazione che sta interessando anche i nostri territori e che da qui ai prossimi anni caratterizzerà il nostro vivere quotidiano, oltre a essere un tema sempre più in agenda di Unione Europa e Governo, troviamo ancor più  grave annunciare questi provvedimenti senza neppure spendere una parola rassicurante su quello che poi sarà il modello di sicurezza che verrà attuato e garantito ai cittadini su quei territori che verranno privati dei presidi di Questura o Prefettura.
Immaginare un sistema più leggero di controllo del territorio senza preoccuparsi al contempo di garantire la sicurezza dei cittadini come priorità fondamentale per il benessere della collettività, è un ulteriore allontanamento della politica  dalle necessità dei cittadini e dalla comprensione della quotidianità.
Un efficiente e capillare sistema di sicurezza, per uno stato civile ed evoluto, non può essere considerato un “costo” alla stregua di quelli delle varie “caste” o degli sprechi che tanti, troppi Governi hanno perpetrato nella storia del nostro Paese.
La sicurezza, per ogni singolo cittadino italiano da nord a sud, è un diritto sancito dalla nostra Costituzione.
Le scriventi associazioni del territorio cremonese si attiveranno tenacemente verso i politici, senatori ed onorevoli del nostro territorio, per trasferire a loro quanto sia alta la preoccupazione dei cittadini e degli imprenditori sulle scelte che toccano la sicurezza e per chiedere di attivarsi, nell’esercizio delle loro funzioni, affinché decisioni tanto delicate siano ponderate e mediate ascoltando anche la voce di chi vive e lavora ogni giorno sul territorio.
Allo stesso modo i rispettivi Presidenti porteranno con decisione all’attenzione dei vertici delle loro Confederazioni nazionali l’argomento, affinché possa diventare da subito il primo punto in agenda nell’interlocuzione con gli organi governativi nazionali.