Si è tenuto il 15 giugno 2015 a Cremona presso la Sala Maffei della Camera di Commercio, la presentazione del rapporto L’economia della Lombardia a cura della sede di Milano della Banca d’Italia.
Asvicom Cremona era presente nella persona del presidente Berlino Tazza e del segretario d’area cremonese, Antonio Pisacane.
Lombardia
La relazione illustra l’andamento dei principali indicatori e le tendenze del sistema produttivo e finanziario di Regione Lombardia, che nel 2014 ha rappresentato il 22,4% della ricchezza complessiva nazionale, con stime di crescita dell’1,3% (contro lo 0,7 dell’Italia) per il 2015 e di ulteriori 2 punti percentuali (contro l’1,6% dell’Italia) per il 2016.
Provincia di Cremona
Per quanto riguarda la provincia di Cremona, i dati che emergono dal Rapporto elaborato dall’Ufficio Statistica e Studi della Camera, ci permettono di effettuare una analisi del nostro sistema economico –sociale e di delinearne i possibili scenari di sviluppo
Demografia
In provincia permane l’importante vincolo demografico: nonostante la popolazione abbia presentato un leggerissimo incremento dello 0,1%, il saldo naturale rimane negativo di circa 1000 unità ( -0,3% contro un dato regionale invariato e nazionale in calo dello 0,1%), controbilanciato però dal saldo migratorio che si attesta al +0,4% (contro una media regionale del +1,9% e nazionale del +2%). Gli stranieri in provincia costituiscono l’11,4% sulla popolazione residente (11,3% in Lombardia, 8,1% in Italia). La provincia presenta 56 persone in età non lavorativa ogni 100 lavoratori e 170 anziani ogni 100 bambini (erano 165 nel 2012), con un indice di ricambio della popolazione attiva che vede, dal punto di vista esclusivamente demografico, 145 persone in uscita dal mercato del lavoro contro 100 che entrano (la media regionale è di 133, quella italiana 127).
Occupazione
Migliora leggermente la situazione occupazionale : il tasso di occupazione della popolazione fra i 15 e i 64 anni nel 2014 è in linea con tutte le altre province lombarde e si è attestato al 64,6%, contro il 63,3 del 2013. Il tasso di disoccupazione complessivo è diminuito dall’8,5% del 2013 al 7,6% del 2014, al di sotto del valore medio regionale, pari all’8,2%, con una percentuale fra i giovani fino a 34 anni del 21,3% in calo di un punto rispetto al 2013. Siamo però ancora molto lontani dai valori pre crisi. ( ricordo che nel 2007 il tasso di disoccupazione in provincia era attestato al 3,1% e il tasso di attività era pari a circa il 70,3%). L’occupazione femminile nel 2014 si attesta al 55,3%, mentre la disoccupazione è all’8,5% (in Lombardia rispettivamente 57,5% e 7,7%).
Sistema economico
In linea con l’andamento lombardo, il numero delle imprese cremonesi è diminuito nel 2014 di 314 unità. Il tasso di natalità cala al 5% (scendendo di mezzo punto), ma scende anche il tasso di mortalità, passato nel 2014 al 5,3% (era del 6,5% nel 2013). Per quanto riguarda l’artigianato, il saldo nel 2014 è di -204 imprese, riferite per la gran parte al settore delle costruzioni.
Segnali positivi provengono dalle imprese giovanili attive, che costituiscono il 10,5% del totale, un dato fra i più alti in Lombardia. Altrettanto significativa la grande diffusione, superiore al 29% (che ci proietta al primo posto in regione) di imprese che hanno investito o programmato di investire in tecnologie green negli ultimi sette anni. La provincia si conferma ai primi posti nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: nel 2013 si è arrivati a superare i 1000 GWh (giga watt ora), in aumento del 35%, rispetto ai 750 GWh del 2012. Relativamente alle biomasse, la produzione cremonese è di 745 GWh, pari al 19% dell’intera produzione lombarda, con un aumento annuale del 38% che la pone al primo posto in valore assoluto in Lombardia. Inoltre, 5200 impianti attivi a maggio 2015 corrispondenti a 0,60 Kwh per abitante posizionano Cremona al primo posto in Lombardia per quanto riguarda il fotovoltaico.
Comparti
Nel 2013 (ultimo dato disponibile) l’agricoltura ha generato il 5,7% del valore aggiunto provinciale (il più alto in Lombardia, dove la media è dell’1,1%) con il 4,7% degli occupati (un dato che è quasi il triplo rispetto a quello della Lombardia, pari all’1,7%). Sono però i servizi, con il 59% degli addetti, a generare la percentuale maggiore di valore aggiunto, il 63%, contro il 72% della Lombardia. A seguire l’industria con il 25% e (il 22% in Lombardia ) e il 29% degli occupati e le costruzioni con il 6% del VA e il 7% degli occupati.
Per quanto riguarda il valore aggiunto pro-capite, Cremona, con poco più di 25,3 mila euro nel 2014, è nella media delle altre province lombarde (esclusa Milano), ma con un aumento dell’1,2% rispetto al 2013, la nostra provincia si colloca, per crescita annua, al primo posto in Lombardia ed al quarto in Italia dietro Trento, Bolzano e Gorizia.
L’artigianato contribuisce per il 17,1% alla produzione totale del valore aggiunto provinciale, mentre la cooperazione costituisce il 6,7% del valore aggiunto con Cremona terza in Lombardia, dietro Sondrio e Lodi.
L’industria culturale e creativa ha inciso nel 2013 nella misura del 4,8% sul totale del valore aggiunto provinciale. Il settore occupa circa 6,6 mila addetti, il 5% del totale dell’economia provinciale.
L’imprenditoria femminile costituisce il 20% del totale delle imprese attive, ed è concentrata soprattutto nel settore commercio al dettaglio, seguito dai servizi alla persona, dall’agricoltura e dai pubblici esercizi mentre l’imprenditoria straniera costituisce il 10% delle imprese attive, dato stabile rispetto al 2013.
Congiuntura
Dal punto di vista congiunturale i dati sul comparto manifatturiero cremonese del primo trimestre 2015 sembrano assestarsi verso una timida ripresa, pur in una situazione ancora molto fragile, con la produzione in crescita del +0,2% rispetto all’ultimo trimestre 2014 e del +0,3% rispetto al 1° trimestre 2014 (rispettivamente +0,2% e + 0,4 in Lombardia). Tornano a crescere anche gli ordini interni (con un +3,7% congiunturale e + 5,5% tendenziale – +0,4% e + 0,9% in Lombardia), mentre gli ordinativi esteri confermano il segno positivo con un più 0,5% congiunturale e una sostanziale stabilità a livello tendenziale, (mentre a livello regionale la crescita si attesta allo 0,4 a livello congiunturale e a un +2,5 tendenziale. )
L’incoraggiante momento della congiuntura produttiva dell’industria non sembra per il momento contagiare il comparto dell’artigianato produttivo, alle prese con una crisi che si protrae ormai da anni e con un peggioramento degli indici economici.
Per il comparto agricolo, si registra nel 2014 un’evoluzione negativa dei principali indicatori, fatturato e redditività delle aziende.
Ancora pesante, ma con qualche segnale di ripresa, la situazione del commercio che risente del calo dei consumi interni senza avere la valvola dell’esportazione.
Export
In questi anni di crisi l’export ha rappresentato per le imprese cremonesi, di tutti i settori, un indubbio punto di forza. Dal 2009 al 2014 le esportazioni hanno registrato un incremento del 54,8% (contro il +33,2 della Lombardia e il +36,4% dell’Italia) toccando, nel 2014, con oltre 3,6 miliardi di euro, il massimo storico in termini di valore assoluto. Anche le esportazioni pro capite vedono Cremona, con oltre 10 mila euro, al di sopra della media italiana (6.500 euro ), mentre il valore percentuale dell’export sul valore aggiunto pari al 40%, è al di sopra sia della media lombarda (33,4%), che nazionale (27,3%).
Accanto all’aumento della produzione, al trend positivo delle esportazioni ed all’inversione di tendenza degli impieghi bancari che, dopo il -3% registrato nel 2013, hanno registrato +0,5% nel 2014, alla crescita del 3% degli investimenti in Lombardia, è vitale che il ritorno alla fiducia sia sostenuto da un’azione di politica economica organica, chiara, determinata che sostenga l’impresa tenendo conto che è nelle impresa che si genera lo sviluppo economico, che si produce il reddito e il benessere poi distribuito a tutti attraverso imposte, profitti, stipendi, salari.